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ANSIA SOCIALE, TIMIDEZZA O INTROVERSIONE: CHE DIFFERENZE?

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daniele gregrio psicologo online

Autore
DOTT. DANIELE GREGORIO
Psicologo e Divulgatore scientifico.

Ciò che accomuna l’ansia sociale, la timidezza e l’introversione è un disagio in situazioni sociali e il desiderio di più disinvolti, svincolandosi dal giudizio o idea altrui. Ma gli aspetti che le differenziano riguardano la pervasività del disagio, la sua intensità e il grado di limitazione nella vita quotidiana.

Immaginate di trovarvi ad una festa di compleanno. C’è tanta gente e voi conoscete solo una manciata di questi. C’è chi balla, chi mangia, chi beve, chi parla. Ad un lato della stanza notate due persone in disparte: non parlano con nessuno, non ballano, rimangono appoggiate alla parete o sedute col bicchiere in mano. A prima vista, potreste pensare che quelle due persone siano molto simili, ma potrebbe non essere affatto così.

Il tratto dell’Introversione

L’introversione è un termine diventato di uso comune e per questo il suo significato è spesso frainteso. Questa è considerata come un tratto del nostro carattere, cioè una parte della personalità. Gli introversi sono portati a dirigere la propria attenzione soprattutto sul loro mondo interno (sensazioni, emozioni, pensieri). Ci può essere la tendenza, più o meno evidente, a preferire luoghi meno chiassosi, amicizie più selettive e il bisogno di preferire stare con se stessi che con altri. Se c’è un’interazione sociale, gli introversi sfruttano i momenti di riposo, prima o dopo, come occasione per ricaricarsi e ricentrarsi. Queste persone potrebbero aver bisogno solamente di più tempo per adattarsi ai contesti sociali o gestire un disagio in tali ambienti.

Spesso, questo disagio non dipende dall’introversione in sé, ma dal fatto che molti si sentano spinti ad emulare gli altri, anche a causa degli stereotipi sociali, col risultato di sentirsi sempre più a disagio.

Una grande con la timidezza e l’ansia sociale è che nell’introversione è presente la preferenza per situazioni meno “sociali” senza necessariamente presentare timore del giudizio dell’altro.

L’imbarazzo della Timidezza

La timidezza è legata a una eccessiva preoccupazione per ciò che pensano gli altri e all’idea, spesso infondata, che si verrà valutati negativamente. Questa può essere considerata come la difficoltà di rispondere in modo adeguato alle situazioni sociali: incontrare nuove persone, avviare una conversazione con loro, a creare amicizie o relazioni sentimentali. Solitamente, il timido teme che gli altri possano accorgersi del suo imbarazzo, così esercita su di sé un grande autocontrollo per evitare di svelare degli aspetti “negativi” di sé, ovvero l’ansia, la vulnerabilità, la bassa autostima. L’effetto, tuttavia, è spesso controproducente. Infatti l’autocontrollo rende meno spontaneo il comportamento e spesso i timori si auto avverano: il corpo mostra segni del disagio, la voce inizia a tremare, il volto si arrossa.

La timidezza è un fenomeno molto comune e piuttosto diffuso. Non è un disturbo o patologia ma se non vengono smontate le convinzioni erronee e la persona comincia ad evitare tutte le situazioni che possono creargli disagio rischia gettare le basi per l’ansia sociale.

L’imbarazzo è lo stato emotivo spesso associato e vissuto in seguito ad un’azione socialmente inaccettabile compiuta sotto gli occhi di terzi. Ha la funzione di segnalare l’infrazione reale o temuta di norme sociali. Questa è un’emozione esclusivamente sociale perché si manifesta soltanto in situazioni di interazione sociale.

Ansia o Fobia Sociale

Chi soffre di ansia (o fobia) sociale è travolto da un’apprensione maggiore e più acuta, rispetto alle altre due situazioni, quando affronta le situazioni sociali o anche solo al pensiero. Una prima differenza con la timidezza e l’introversione è che l’ansia sociale, probabilmente, porta a una sempre maggior compromissione della vita sociale e lavorativa. Se la situazione persiste e continua si potrebbe evolvere in un disturbo di Fobia Sociale. Una prima differenza, quindi, è lo sperimentare un malessere più intenso, più generalizzato e più continuo.

Per chi soffre di ansia sociale, trovarsi di fronte o mostrarsi ad un gruppo di persone è il problema principale. Il perfezionismo è un effetto collaterale di questo disagio e chi ne soffre spesso ha paura di fare danni, di dire la cosa sbagliata o di venire giudicato. Questo anche solo senza l’esperienza diretta ma basta anche immaginare la situazione.

Una grande differenza rispetto alle due precedenti è che soffrire di ansia sociale, pur potendo avere una potenziale predisposizione, non si nasce. Generalmente questa si sviluppa a partire dalle esperienze della vita.