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COSA FARE SE SI HA UN ATTACCO DI PANICO?

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daniele gregrio psicologo online

Autore
DOTT. DANIELE GREGORIO
Psicologo e Divulgatore scientifico.

L’attacco di panico rappresenta per molti un condizionamento profondo della propria vita quotidiana che, se non gestito, provoca conseguenze molto gravi sia psicologiche che fisiche. Il primo attacco è descritto, da chi lo sperimenta, come un’esperienza che segna e condiziona la vita. Questo perché si manifesta senza preavviso, genera un effetto traumatico, fa associare alla paura di morire, alla paura di perdere il controllo e il timore di impazzire.

 

Cosa fare se si è soli durante un attacco di panico

  • La respirazione: l’iperventilazione , cioè il respirare molto velocemente o molto profondamente rispetto alle necessità del corpo, produce uno squilibrio nel rapporto ossigeno ed anidride carbonica. Questa è una normale risposta fisiologica quando si ha una forte preoccupazione. I sintomi che ne derivano possono essere spiacevoli ma non sono dannosi e scompaiono quando si smette di iperventilare. Tuttavia, amplifica e fa continuare la sensazione di panico. Una tecnica utile è la Tecnica del Respiro Lento che va usata ai primi segnali di ansia o panico. Si interrompe quello che si sta facendo, si trattiene il fiato per 10 secondi poi si espira. Subito dopo si ispira per 3 secondi e si espira per altri 3 secondi. Ogni minuto si trattiene il fiato per 10 secondi e si continua il ciclo.
  • Riconoscere i sintomi: in situazione adrenaliniche, di sport, attività fisica o sociali che possono far aumentare i battiti, la respirazione o la sudorazione, riconoscere i motivi di tali manifestazioni. Questo aiuta ad evitare di confondere un eventuale attacco d’ansia o di panico con altri segnali.
  • Rallentare i pensieri: le conseguenze dell’iperventilazione o dei sintomi somatici lascia briglia sciolta al pensiero. Chi soffre di attacchi d’ansia o panico spesso fa fatica a considerare le cause reali di quel suo malessere, cioè l’ansia e l’iperventilazione. Attribuisce il suo status a fattori esterni, situazionali nei quali è iniziato l’attacco. Per condizionamento, la persona passa da un rapporto di associazione ad uno di causa-effetto. In questi casi è utile ripetere a se stessi “Mi sto calmando” insieme alla convinzione che il pensiero è catastrofico e non si è lucidi nel pensiero.
  • Radicarsi nel presente: spesso il pensiero vaga verso delle conseguenze nell’immediato futuro. Un modo per rallentarlo è concentrarsi nel momento presente, notare e descrivere ad alta voce oggetti o situazioni neutre intorno a noi. Si può procedere con l’invalidazione del pensiero catastrofico “Vedi, ancora non è successo nulla perché dovrebbe succedere tra poco?”.
  • Chiedere aiuto: in caso di estrema difficoltà in cui l’attacco non si calma, telefonare ad una persona cara che è informata della vostra difficoltà è fondamentale.

 

Cosa fare se una persona ha un attacco di panico

  • Offrire il proprio aiuto: in genere, a meno che non si tratti del primo attacco, le persone sanno cosa può aiutare a farle stare meglio (rimuovere un eventuale causa della paura, far spostare la persona).
  • Capire cosa sta succedendo: riconoscere quali sintomi ha dell’attacco di panico: ad esempio portare la persona in un luogo aperto e arieggiato, non toccarla troppo senza che sia disposta a farlo, aprire le finestre se siete in un luogo chiuso.
  • Incoraggiare il controllo della respirazione.
  • Tono della voce, rassicurante ma deciso: parlare in modo sicuro, senza creare pressione con frasi come “smettila”, “non è niente stai esagerando”, “mettici un po’ di buona volontà”. Meglio qualcosa come “so che ti senti male, ma passerà” oppure “sono qui per aiutarti”, cercando anche di far diminuire l’inadeguatezza. Le minacce emotive sono tanto reali quanto quelle per il corpo. Ecco perché è importante prendere sul serio le paure della persona che abbiamo davanti.
  • In caso anche di lieve dubbio tra un attacco di cuore o di una malattia e un attacco di panico, è sempre meglio cercare immediatamente un soccorso medico.

 

Conclusioni

Tutte queste strategie da quelle corporee, a quelle immaginative e quelle cognitive si devono intendere come da utilizzare in situazioni di emergenza. Se si hanno avuto o si soffre di attacchi d’ansia, o si ha la sensazione di un imminente attacco è necessario rivolgersi ad uno psicologo. Il malessere che si prova non deve essere negato, sottovalutato o far si che comandi la tua vita.