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QUALI SONO LE PRINCIPALI CAUSE DI UN ATTACCO DI PANICO?

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daniele gregrio psicologo online

Autore
DOTT. DANIELE GREGORIO
Psicologo e Divulgatore scientifico.

Molto si sa sugli attacchi di panico ma poco sulle principali cause. Gli attacchi di panico (detti anche crisi di panico) sono episodi di improvvisa ed intensa paura o di una rapida escalation dell’ansia normalmente presente. Sono accompagnati da sintomi fisici (palpitazioni, tachicardia, sensazione di soffocamento, dolore al petto, etc.) e psicologici (paura di perdere il controllo, di impazzire, paura di morire, etc.). Per sviluppare un disturbo da attacchi di panico è necessaria la presenza di attacchi ricorrenti e inaspettati. Questi sono seguiti da almeno 1 mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico.

Con la paura degli attacchi di panico diventa difficile e ansiogeno uscire di casa da soli, andare al cinema, viaggiare nei mezzi, guidare l’auto, stare in mezzo alle persone o in coda, e cosi via. L’evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene diviene la modalità prevalente ed il paziente diviene schiavo del panico. Anche i familiari o compagni ne soffrono le conseguenze adattandosi di conseguenza, non lasciare mai questa persona sola e ad accompagnarla ovunque.

 

Cause dell’Attacco di Panico

Le cause dell’attacco di panico possono essere molto diverse tra loro. In genere il primo attacco si verifica durante un periodo particolarmente stressante dell’individuo. Lo stress può essere dovuto ad un singolo evento acuto oppure alla presenza più fattori concomitanti. Le più comuni fonti di stress che possono causare un attacco di panico sono:

  • Lutti di persone vicine o che avevano un quadro medico simile al proprio.
  • Malattie gravi.
  • Cambiamenti importanti nella vita (matrimonio, inizio o cambio di un lavoro, separazioni, pensionamento, licenziamento e problemi finanziari).
  • Periodi di lavoro continui ed intensi con scarso riposo.
  • Situazioni relazionali conflittuali.
  • Disturbo psicologico (depressione, disturbi alimentari, disturbo post-traumatico da stress)

Dopo il primo attacco in genere l’individuo sviluppa una forte preoccupazione e vive in uno stato costante di apprensione. Il pensiero che si genera sarà:

“Se il primo attacco è stato inaspettato allora potrebbe ripresentarsi ancora senza nessun avvertimento”.

Questo pensiero è molto comune e porta i soggetti a rimane in uno stato di tensione costante, di “paura della paura” che porta ad aumentare i livelli di stress e quindi favorire futuri attacchi.

 

Fattori di mantenimento

Una volta che è la persona l’attacco, intervengono almeno tre fattori per il suo mantenimento: attenzione selettiva, comportamenti protettivi ed evitamento.

  • Maggiore sensibilità all’Ansia: questo si riferisce alla paura delle sensazioni legate all’attivazione fisiologica. Queste si verificano sia in situazioni d’ansia ma anche per altri motivi come sforzi fisici, troppa caffeina. La Sensibilità all’Ansia amplifica la reazione ansiosa. La relazione tra questa sensibilità è bidirezionale: il panico può incrementare questa sensibilità e questa sensibilità può aumentare il rischio di sviluppare un attacco di panico.
  • Attenzione selettiva alle sensazioni corporee: prestare attenzione ad alcune sensazioni o manifestazioni del proprio corpo vivendole come pericolose. Questo contribuisce a sperimentarne maggior l’intensità ed attivando un circolo vizioso.
  • Comportamenti protettivi: sono quei comportamenti messi in atto allo scopo di evitare le conseguenze temute. Ad esempio camminare lungo i muri per non cadere a terra in mezzo alla strada in seguito ad un capogiro. Questi comportamenti, tuttavia, contribuiscono al mantenimento dei sintomi impedendo la disconferma di quanto temuto e confermando il pensiero negativo: Non cado a terra svenuta perché cammino lungo i muri.
  • Evitamento: limita la possibilità di sperimentare ansia e invalidare la credenza che questa sia catastrofica.
  • Emozione come informazione: lo stato emotivo in cui ci troviamo funziona come fonte d’informazione Per questo motivo se proviamo ansia deduciamo che ci debba essere un pericolo in agguato.

 

Che spiegazione si danno le persone sulle cause dell’attacco di panico?

Queste persone ritengono di essere particolarmente soggetto agli Attacchi di panico per una vulnerabilità fisica o mentale personale. Percezioni corporee sgradevoli o sensazioni di insicurezza danno luogo alla credenza “Sono fisicamente o mentalmente debole”. La persona con Disturbo di Panico costruisce, dunque, una teoria della “non vulnerabilità” che prevede di non provare mai sensazioni sgradevoli. Quello che viene richiesto spesso in terapia è di trovare un modo per non sperimentare mai queste sensazioni spiacevoli.

Un aspetto importante nella risposta ansiosa all’attacco o fuga nel disturbo di panico è l’iperventilazione. L’iperventilazione peggiora i sintomi che si stanno provando. Infatti spesso si ha più paura di sperimentare i sintomi da panico che la situazione ritenuta pericolosa. Tuttavia è una normale risposta fisiologica. I sintomi indotti saranno si spiacevoli e possono spaventare ma non sono dannosi e scompaiono quando si smette di iperventilare. Inoltre, tale respirazione peggiora anche gli altri sintomi. Chi iperventila dovrà consumare più energia, il che può portare ad altri sentimi (sentirsi accaldati, arrosare, sudare molto, sentirsi stanchi).

Le persone che sperimentano attacchi di panico attribuiscono, però, l’attacco alla situazione creando un rapporto di associazione causa-effetto.