Lasciarsi: come reagire alla fine di una relazione?

Lasciarsi: come reagire alla fine di una relazione?

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daniele gregrio psicologo online

Autore
DOTT. DANIELE GREGORIO
Psicologo e Divulgatore scientifico.

Sapere come reagire alla fine di una relazione non è comune e molto spesso anche difficile da applicare. Questo anche perché gli esseri umani sono predisposti biologicamente e psicologicamente a costruire legami affettivi. Quando una relazione termina, spesso la conseguenza è un certo grado di sofferenza la cui intensità varia a seconda di alcune variabili: coinvolgimento, durata della relazione e della consapevolezza del rapporto. Affiorano pensieri, ricordi ed una gamma di emozioni a questi legati.

Accade spesso che quando una rottura sia improvvisa o di un rapporto molto conflittuale, vengano alla mente le ultime conversazioni, parole e momenti passati insieme, belli e brutti.

PERCHÉ FINISCE UNA RELAZIONE?

Nelle società moderne occidentali, le motivazioni per cui le relazioni sentimentali finiscono sono numerosissime. Secondo un filone di ricerca (National Fatherhood Initiative, 2005) le ragioni più comuni possono essere sintetizzate in:

  • Mancanza di impegno nella relazione da parte di un partner.
  • Grande differenza nella visione del futuro da parte dei partner che poi porta a conflitti.
  • Diminuzione attrazione fisica.
  • Infedeltà, che può essere anche come conseguenza ad uno di questi punti.
  • Difficoltà comunicative.
  • Motivazioni economiche o non accordo sulla gestione dei soldi.
  • Relazioni tossiche o violente, anche se purtroppo non su tutte viene presa una distanza (ma è un altro discorso).

Per quanto le reazioni alla fine di una relazione possano essere simili, ognuno di noi reagisce in modo diverso, anche con semplici ma importanti sfumature. Proverò a tracciare alcuni elementi comuni che vedo manifestarsi in chi termina una relazione di coppia.

COSA ACCADE QUANDO CI SI LASCIA

  1. Interrompere una relazione non è mai dall’oggi al domani per insight. Si albergano tanti pensieri e riflessioni, specialmente se la relazione è molto lunga. A questi pensieri è associato uno spettro di sensazioni variabile che va dalla determinazione, alla serenità fino al senso di colpa, la vergogna o la paura.
  2. Quando una relazione termina la persona ha una prima reazione definibile di shock, specialmente se le viene comunicata la fine della relazione in modo inaspettato. Le sensazioni tipiche sono abbattimento, ansiarabbia e perdita di motivazione.
  3. Dato il profondo dolore, ad ondate, che la mente sta provando, questa prova ad utilizzare un meccanismo automatico di conservazione: la negazione. La persona sperimenta una sorta di vuoto e confusione emotiva che la distacca dall’evento. La chiamo “ad ondate” perché la persona oscilla tra momenti di profonda sofferenza e momenti in cui agisce “come se” nulla fosse. Lo scopo di tale strategia è mantenere la persona funzionante. A seconda del livello di sofferenza, il rischio più grande è sperimentare brevi episodi dissociativi.
  4. Una prima variabile esterna che entra in gioco è il tempo. Con il passare dei giorni la negazione del dolore si riduce. Possono tornare sentimenti di ansia, tristezza e rabbia spesso accompagnati da ricordi e immagini intrusivi dell’ex-partner. Qualche mente cerca ricorsivamente una spiegazione plausibile alla fine della relazione, spiegazione che non sempre è quella comunicata dall’altro partner. Ma attenzione: il tempo per moltissime persone non cura le ferite, le nasconde. Da la sensazione di aver passato il dolore. Forse è così. Ma ti impedisce di entrare nel dolore, viverlo, comprenderlo ed uscire rafforzato.

IL DOLORE DOPO LA FINE DELLA STORIA: AMICO O NEMICO?

Reagire alla fine di una relazione comporta inevitabilmente un certo grado di dolore, sia in chi lascia sia in chi viene lasciato. Come esseri umani, cerchiamo in diversi contesti di evitare una sofferenza fine a se stessa. Un problema può sorgere quando si vuole evitare una sofferenza cercando una soluzione, ma la soluzione non c’è. Qui la mente allora prova ad agire in due modi:

  • Ruminando: utilizza una forma di pensiero ricorsivo con l’obiettivo di ridurre la sofferenza e di individuare ciò che non ha funzionato. A questo si può aggiungere il rimuginio, cioè il proiettarsi nel futuro alla ricerca di soluzioni dell’ultimo minuto.
  • Non sentendo la sofferenza: l’assunzione eccessiva di cibo e alcol, di attività fisica o l’uso di sostanze.

Ma questi meccanismi, oltre a peggiorare il proprio benessere e la propria salute futura, incastrano in un circolo vizioso. Evitare il malessere non solo non risolve il problema, perché quello è li, non elaborato, ma espone la persona ad ondate di dolore.

GLI SCRIVO O NON GLI SCRIVO, QUESTO É IL DILEMMA

Una delle condotte più difficili da mettere in atto a inizio e fine di un amore è sapere se scrivere o chiamare o meno. Per quanto possa sembrare ovvio quando non capita a noi, riuscire a mantenere un distacco è un passaggio molto difficile. Lo stato di malessere può portare la mente a pensare che la sofferenza terminerà avendo contatti con l’ex-partner o che tutto si risolva nel miglior modo possibile.

Se sul breve termine il contatto con l’ex-partner produce un momentaneo sollievo, in seguito a questi contatti si può vedere un aggravarsi del malessere emotivo e a un peggioramento del tono dell’umore. A questi riaffiora ansia del controllo della risposta, pensieri intrusivi, rimuginio e ruminazione. Ad oggi risulta certamente molto difficile tra social ed altro non aver contatti involontari con l’ex partner. Ecco perché va posta molta attenzione

REAGIRE A FINE DI UNA RELAZIONE PRENDOMI CURA DI ME

La fine di una relazione è un evento stressante, fisicamente e psicologicamente. Di per sé la risposta di stress non è dannosa per l’organismo. Aiuta a mobilitare le energie necessarie per fronteggiare varie situazioni. Il problema nasce se la risposta di stress si protrae nel tempo e non diminuisce. Cosa puoi fare per prenderti cura di te e che possa avere un impatto su mente e corpo?

  • Alimentazione: Quando l’organismo è in stato di stress può ridurre o aumentare la sensazione di fame. In entrambi i casi è necessario mantenere una dieta equilibrata sia rispetto alla quantità (ma anche alla qualità) dei cibi. Questo non vuol dire privarsi di piccoli sfizi. Anzi questi sono gradevoli. Ma non bisogna eccedere.
  • Esercizio fisico: è ormai appurato che l’attività fisica aiuta a ridurre stati d’ansia, stress e umore depresso. Possono bastare anche 20 minuti di camminata veloce tre volte in una settimana per apprezzare dei risultati.
  • Dormi bene: in periodi di stress un altro dei processi fisiologici che può alterarsi è quello del ritmo sonno-veglia: difficoltà di addormentamento, risvegli precoci ma anche una ridotta qualità del sonno. In questi casi è molto importante avere quell’insieme di accorgimenti utili a favorire il riposo: una temperatura della stanza adeguata, diminuire l’uso di cellulari o pc prima di coricarsi, la diminuzione di sostanze stimolanti come caffè e tè.
  • Svolgere attività piacevoli: nei momenti difficili la mente tende ad indurti in uno stato di riduzione delle attività che prima facevi con piacere. In questo modo ti privi di fonti importanti di piacere. Pertanto, diventa cruciale continuare a coltivare i propri interessi e i propri hobby. Magari potrebbe essere l’occasione di scoprire nuovi interessi.
  • Appoggiarsi alla rete sociale: il supporto sociale è indicato come risorsa utile per fronteggiare momenti di stress. Condividere il proprio stato d’animo ha un effetto calmante sulle persone. Se la sofferenza è prolungata e si hanno blocchi di qualsivoglia natura o semplicemente “per non pesare troppo”, l’aiuto di uno psicologo è di grande efficacia.

É ARRIVARE IL MOMENTO DI ELABORARE LA FINE DI UNA RELAZIONE

Quello che ho detto finora si è concentrato sulla gestione della fase acuta. La fase più importante per reagire alla fine di una relazione parte dall’affrontare le modifiche della vita della persona: vengono meno desideri, sicurezze, sogni. La fine di una relazione necessita di una rimodulazione dell’intera vita e, pertanto, si utilizza il termine elaborazione. Con questo termine si identifica il processo che porta la persona a integrare i nuovi aspetti della propria vita con ciò che resta del passato, sia a livello quotidiano che psicologico.

Un percorso terapeutico può facilitare lo sbloccarsi della situazione e, grazie alla comprensione delle dinamiche interne ed esterne che bloccano il processo, sostenere la persona nel costruirsi una vita sentimentale nuova e appagante.