Fine della relazione: 5 fasi della fine di una storia d'amore

Fine della relazione: 5 fasi della fine di una storia d’amore

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daniele gregrio psicologo online

Autore
DOTT. DANIELE GREGORIO
Psicologo e Divulgatore scientifico.

Ogni volta che una relazione termina, la conseguenza è un certo grado di sofferenza la cui intensità varia a seconda del coinvolgimento, della durata e della consapevolezza rispetto al rapporto. Nonostante queste differenze, è possibile tracciare alcune fasi chiave che sembrano accomunare le reazioni che seguono la fine della relazione.

In uno studio di Kross e colleghi del 2011 viene riportato come il dolore per la fine di una relazione attivi le stesse aree cerebrali deputate alla percezione del dolore fisico. Alcuni ricercatori teorizzano che il motivo di questa intensità è probabilmente radicato nell’evoluzione della specie umana: gli esseri umani sono predisposti a costruire e mantenere legami affettivi. 

FINE DELLA RELAZIONE: PERCHÉ?

Nelle società occidentali contemporanee, le motivazioni per cui le relazioni di coppia finiscono sono varie e numerose. Le ragioni più comuni possono essere raggruppate in alcune macro-categorie:

  • Diverso grado di investimento nella relazione.
  • Progressivo disaccordo nella visione del futuro.
  • Aumento di conflitti.
  • Diminuzione dell’attraenza fisica tra i partner.
  • Infedeltà.
  • Difficoltà comunicative
  • Motivazioni economiche.
  • Situazioni di prevaricazione e abuso.

Queste sono solo alcune, ma le ragioni spaziano sia per qualità che per impronta nella coppia. E per quanto la fine di un amore possa apparire simile, è importante sottolineare come ogni persona reagisce in modo diverso. Differenti motivazioni influiscono diversamente sul processo di elaborazione.

FASI DELLA FINE DI UNA RELAZIONE

Prima delle fasi per la fine della relazione spesso ci si trova ad anticipare il tutto con l’ambivalenza. Quando si vive una relazione che non è soddisfacente, si inizia a pensare: “non sarebbe meglio lasciarsi?“. Domanda che, spesso, tende a stazionare ed aleggiare nella relazione senza un ragionamento costruito dietro. Questo porta a far rimanere la domanda senza risposta. Ci sono buone probabilità che la relazione finisca quando uno dei partner trova un “rimpiazzo” o quanto si raggiungono livelli di malessere insostenibili. Ma in tutto ciò, diversi elementi che potevano sanare la coppia (dialogo, confronto, esperienze in condivisione, etc.) o che potevano far lavorare sul proprio meccanismo non vengono valutati ed affrontati.

  1. Fase di negazione: i sogni, i progetti, le aspettative non hanno più senso di esistere. Tanto maggiore è lo shock, dovuta all’imprevedibilità, tanto la nostra mente tenderà quasi voler negare la fine della relazione, rifiutandone le conseguenze.  La persona sperimenta una sorta di vuoto e di ottundimento emotivo che la distacca dall’evento. Oscilla tra momenti di profonda sofferenza e momenti in cui agisce “come se” non fosse accaduto nulla. Lo scopo di tale strategia, spesso automatica, è mantenere la persona funzionante nonostante la sofferenza provata. È una fase delicata della rielaborazione di ciò che è accaduto ma è fondamentale per superare il trauma della perdita dell’altro. Con il passare dei giorni l’efficacia della negazione nel limitare il dolore si riduce ed emergono sempre più chiari sentimenti di angoscia, tristezza e rabbia spesso accompagnati da ricordi e immagini intrusive.
  2. Fase di rabbia: la relazione è un insieme di due persone, sia nella fase di equilibrio che, spesso, cause della rottura. Quando non si alimenta il dialogo con se stesso, tende ad emergere la rabbia. La maggior parte delle volte la rabbia è rivolta verso il partner ed è tanto più forte quanto il distacco avviene nel peggiore dei modi. Caratterizzata da un risentimento verso l’ex partner, verso il destino, verso le persone in generale ma alle volte anche verso se stessi. È la fase in cui la persona è inconsolabile. Spesso è qui che le persone non riescono a fermarsi e tendono a scagliarsi, a parole e non solo (purtroppo), contro l’altro. Quando ci sono in ballo dei figli, questa fase può dare vita a delle ritorsioni, battaglie legali infinite pur di danneggiare l’altro. Queste cose sono molto pericolose ed hanno implicazioni molto grave.
  3. Fase di negoziazione: è il momento in cui ci si rende conto non solo di aver perso qualcosa di importante ma anche in cui vengono fuori le proprie responsabilità. Ora ci si ritrova spesso a pensare a come riparare i propri errori, ci si domanda cosa avremmo potuto fare per non arrivare a tanto, ci si ritrova a fare “fioretti”, a telefonare, organizzare incontri per chiedere “scusa”, per ammettere le proprie responsabilità, per cercare magicamente di tornare indietro con “se avessi fatto…” oppure “se mi fossi comportato…”. Se le precedenti fasi erano sorrette dal rifiuto, il patteggiamento si basa sulla speranza che sia possibile riavere indietro chi ti ha lasciato, far rivivere il passato. Il desiderio di riavere indietro il partner può portare ad interpretare ogni suo gesto come segno di ravvedimento. Ma se i suoi sentimenti sono davvero cambiati, purtroppo, qualsiasi passo avanti verso un ritorno si rivelerà, nel migliore dei casi, effimero, se non illusorio. Subito dopo si inizia a rielaborare razionalmente quanto è successo.
  4. Fase di depressione: quando i cocci del rapporto non si riescono a ricomporre arriva il momento della tristezza e dello sconforto. La depressione dell’umore perché si è consapevoli che l’altro non tornerà più. La malinconia per il passato, la sfiducia nel futuro. Ci si arrende all’evidenza, con tutte le ripercussioni sul morale. Questa è però anche la fase che sottende la reazione, il tentativo di mettere in atto tutti gli strumenti in nostro possesso per uscire da questa situazione. Spesso è proprio questa una delle fasi su cui ci si incastra di più.
  5. Fase di accettazione: il peggio è oramai alle spalle. La relazione è finita. Ed allora è meglio mettere un punto, saper dare un senso alla storia conclusa e trarne un insegnamento utile nel futuro sentimentale. Essere single necessita di una rimodulazione dell’intera vita, un processo che porta a integrare i nuovi aspetti con ciò che resta del passato, sia a livello pratico che psicologico. A volte però esso resta bloccato e non permette alla persona di costruirsi la vita che desidera e una nuova eventuale relazione.

Cerca di non perdere la strada. L’elaborazione di una perdita non è quasi mai un cammino lineare ma dipende, in larga parte, dalle tue azioni.