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ANSIA E ATTACCHI DI PANICO: SINTOMI E CARATTERISTICHE

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daniele gregrio psicologo online

Autore
DOTT. DANIELE GREGORIO
Psicologo e Divulgatore scientifico.

Ansia e Attacchi di panico sono termini spesso utilizzati per indicare un’insieme di pensieri, comportamenti e reazioni fisiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente capaci di reagire. L’ansia di per sé, tuttavia, non è un fenomeno anormale. Si tratta di un’emozione di base, che comporta uno stato di attivazione dell’organismo quando una situazione viene percepita soggettivamente come pericolosa. L’ansia fisiologica è quello stato di tensione psicologica e fisica che comporta un’attivazione generalizzata di tutte le risorse dell’individuo. Essa è rivolta ad uno stimolo difficile, realmente presente e spesso conosciuto. L’ansia diventa patologica quando crea, in maniera più o meno evidente, disagio e sofferenza. È caratterizzata da uno stato d’incertezza rispetto al futuro, con anticipazione dei risultati e la prevalenza di sentimenti spiacevoli.

Sintomi dell’Ansia

Le persone con Disturbi d’Ansia solitamente presentano pensieri ricorrenti e preoccupazioni. Inoltre, possono evitare alcune situazioni come tentativo di gestire (o non affrontare) le preoccupazioni. Si possono raggruppare i sintomi del disturbo ansioso in 3 gruppi:

  • Sintomi cognitivi: sono sintomi riferiti all’aspetto del pensiero e comprendono il senso di vuoto mentale, un senso crescente di percezione del pericolo, immagini mentali o ricordi spaventanti e la sensazione di essere al centro dell’attenzione.
  • Sintomi comportamentali: l’ansia si traduce in una tendenza immediata all’esplorazione dell’ambiente, nella ricerca di spiegazioni, rassicurazioni e vie di fuga. La strategia principale istintiva di gestione dell’ansia è inoltre l’evitamento della situazione temuta (strategia “better safe than sorry” – “meglio prevenire che curare”).
  • Sintomi fisiologici: dovuti a una iperattivazione del corpo, sono costituiti da tachicardia, ipersudorazione, spasmi alla gola, affanno, vertigini, difficoltà ad addormentarsi e/o risvegli frequenti, tensione ed altri.

In realtà quando si dice che si soffre del disturbo d’ansia, facciamo riferimento all’ansia generalizzata. Tuttavia non esiste un singolo disturbo d’ansia ma si classifica in diversi quadri sintomatologici, tra cui:

Dall’Ansia agli Attacchi di Panico: il Disturbo di Panico

Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla regolare e frequente manifestazione di attacchi di panico.

L’attacco di panico è un episodio di ansia acuta, nel quale si verifica un improvviso aumento della paura in risposta a qualcosa che viene percepito come minaccia. Questa paura compare in modo improvviso e intenso, ma ha generalmente una durata molto breve (10 minuti ca.). L’attacco di panico è spesso associato ad altri disturbi d’ansia. Da solo non viene considerato un disturbo in quanto si tratta di un episodio circoscritto e transitorio, che chiunque potrebbe sperimentare. Tuttavia parliamo di Disturbo di Panico se questi attacchi sono sperimentati con una certa frequenza e in modo sistematico (almeno 1 mese). La manifestazione dell’attacco di panico può partire da una situazione di tranquillità, rendendo l’imprevedibilità la caratteristica molto temuta da chi soffre di questo disturbo.

La componente cognitiva dei pensieri che ha un ruolo importante e accompagna questo disturbo sono essenzialmente due:

  • Paura di perdere il controllo.
  • Paura di morire.

L’intensa agitazione sperimentata è invece correlata da somatizzazione e da alcuni sintomi fisici che possono essere:

  • Palpitazioni e tachicardia.
  • Sudorazione eccessiva.
  • Tremori.
  • Mancanza d’aria o sensazione di soffocare.
  • “Avere la testa leggera”, confusione mentale.

Come uscire dall’Ansia

L’obiettivo di un intervento psicologico e psicoterapeutico è quello di fornire alla persona gli strumenti per sapere gestire l’ansia e modificare le percezioni errate. Il mio intervento è quello di indebolire progressivamente i legami tra gli stimoli ansiogeni e la percezione dell’ansia. Questo è possibile insegnando alla persona tecniche di rilassamento, per calmare il fisico e la mente, ed aiutandola a saper riconoscere i pensieri ricorrenti e gli atteggiamenti distorti che causano disagio, sostituendoli con pensieri realistici o più funzionali al proprio benessere.

Una volta acquisiti questi strumenti è necessario metterli in pratica. Una volta elaborate le emozioni che creano disagio ci si indirizza all’apprendimento di nuove modalità di risposta mettendosi in gioco ed esponendosi gradualmente alle situazioni temute.